pripyat

Saracinesca abbassata

Fuori che per un dito di luce da abat-jour

Dentro

Una signorina vestita a festa

Scialle rosso guanti lunghi guepière e cipria per i sorrisi da assalire

Canta arie di un tempo lontano

Le torri di Kiev

Le lande di Pripjat

Le dasvidanie a matriosca

Che continuano fino alla bambola atomo.

Tre uomini le sfiorano la vita inconsapevoli

Il primo ascolta le note del pianoforte uscire dalle intercapedini

Dalle griglie di maglia strozzate

Note cave

Note vuote

Poche.

Tre uomini le sfiorano la vita inconsapevoli

Il secondo sente il profumo del cavolo del Dnepr

Bollire nel rame delle pentole

Sconvolgere appetiti e pance appese.

Tre uomini le sfiorano la vita inconsapevoli

L’ultimo cammina di un passo non noto

Poi d’un tratto si prende in mano il cappello

Lo porta al cuore

Si appoggia al palo della sosta vietata

Rimozione coatta

Chiude gli occhi ma piano

Mette la mano al taschino

Ne estrae penna e taccuino

e scrive questa poesia.