per IB

 

Sì, i violini prestano il manico alle gondole

Qui dove le barche si legano ai muri

Come animali da temere

–  Il legno su cui questa città posa

[L’ontano]

inturgidisce nell’acqua

Come il membro svogliato nella vasca

Mosso da qualcosa di ancestrale

[La diffidenza dell’isola per la terraferma].

 

L’acciaio che lega porta con sé il ricordo dell’esplosione di una supernova

da qualche parte nell’universo.

 

Ogni città, inclusa questa,

nacque quando per prime due case condivisero un muro.

 

La bellezza ha mappe triviali:

La intercetti là dove l’occhio riposa

Poi la vista viene esiliata nelle province degli altri sensi.

 

Cosa ci facciamo con tutto l’amore che avanza?

[Ci impastiamo il lievito madre, ci facciamo la malta,

lo diluiamo nell’orzo per dargli consistenza,

lo spargiamo sul petto del manzo di Kobe].

 

Oppure possiamo metterlo da parte senza farlo deperire

[Possiamo?]

Come il lardo nei contenitori di marmo a Colonnata

[La felicità è sempre un gioco a somma zero].

 

Ricordi? Ti mettevi sempre negli angoli come i bambini

Nel cartone zigrinato.

[È negli spigoli che hai sempre cercato il conforto].